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Su di me ...

Se c’è una cosa che non mi piace è scrivere su di me…elencare il mio curriculum gonfiando le mie competenze qui e lì  è una cosa che proprio non mi riesce di fare!

Cercherò di raccontare l’indispensabile, così, per dare giusto un’idea ..

Ho cominciato da giovanissimo a studiare musica , ma la mia formazione nel campo della musica corale arriva nell’ adolescenza,  cominciando a cantare da tenore e facendo da assistente e collaboratore del direttore di coro Nerio Mazzini, a sua volta proveniente dalla scuola del grande Nino Antonellini. Ho avuto modo così di conoscere ed abbracciare il repertorio della polifonia classica. Comincio a studiare canto con Stefania Scolastici, e vengo successivamente ammesso al Conservatorio di Musica di Latina, dove studio canto principale con Delia Surratt e Armonia con Roberto Iantorni. Proprio in conservatorio mi sono appassionato alla composizione , approfondendone quindi gli studi parallelamente al corso di Canto.

Ho studiato tecnica vocale poi con Anna Vandi , diplomandomi infine in canto.

 Conseguito il diploma, dopo varie esperienze formative in ambito corale, vengo chiamato a dirigere  alcuni  cori della provincia romana (inutile elencarli tutti….) , dedicandomi, oltre che alla direzione , alla composizione  di numerosi brani di musica sacra polifonica.

Sono stato durante questo periodo, insegnante di canto presso scuole di musica , e sono stato esperto esterno di educazione musicale in numerose scuole primarie statali,dirigendo cori di voci bianche scolastici .

Nel 2016 ho fondato il Quartetto Vocale Ethos Ensemble insieme all’amica e collega Sonia Sette, di cui sono stato fin da subito arrangiatore ed elaboratore delle parti vocali, oltre ad essere autore di molti brani in repertorio . Vinco nel 2018 il premio speciale come miglior musicista per i miei arrangiamenti vocali eseguiti dagli Ethos Ensemble nel concorso Chorus Inside Summer.  

E quindi , sono un compositore …

...e sulla mia musica

Come fare a definire a la mia musica ? Vediamo…  cominciamo col dire che il mio primo vero amore è stato il canto, che ho scoperto essere veramente “magico” quando ho realizzato che le singole voci si potevano fondere insieme  all’interno di un  coro.  E ,una volta scoperta, a questa magia non ho saputo più rinunciare. Anzi, dentro di me hanno cominciato a manifestarsi pensieri , temi musicali, armonie, che da ragazzotto tanto appassionato quanto inesperto non sapevano però come concretizzarsi su carta (ero veramente molto giovane… ) . Con gli anni il tanto studio, la pratica , l’esperienza , la curiosità , mi hanno portato all’esplorazione e all’affermazione di alcune mie cifre stilistiche che provo a descrivere..

Non ho mai amato la composizione che fosse pura ricerca tecnica : le” nuove frontiere” della composizione (quelli che chiamo scherzosamente , ma non troppo , “duetti per pianoforte e sega elettrica” ) non mi hanno mai affascinato né interessato. Scrivendo ho sempre pensato che la mia musica dovesse piacere in primo luogo a chi la esegue, per poter trasmettere quell’appagamento anche a chi la ascolta. Del resto non dimentichiamoci che nasco cantante, e ciò che canto deve piacere in primo luogo a me. E’ un po ‘ quindi una ricerca appagante del bello , ma ovviamente questa affermazione appare troppo riduttiva. Chi scrive musica sa bene che ideare un tema musicale , un brano di qualunque natura, è solo la punta dell’ iceberg, anche se forse è la parte più difficile. Affrontare il pentagramma vuoto è questione di coraggio , perché per poterlo fare si deve ascoltare ciò che è nascosto dentro , così come è , senza filtri, e per poterlo raccontare si hanno a disposizione solo sette note…E’ qualcosa di affascinante , ma che a volte fa un po’ paura, perché ascoltarsi, guardarsi dentro non sempre è così piacevole. Però poi c’è una questione cruciale: sentire dentro di sé i suoni che si vogliono ottenere, soprattutto comunicare la propria emozione con quei suoni ..Ecco, forse  comporre vuole dire proprio questo :far emozionare  con il suono, dimenticare la realtà e rifugiarsi in un’altra dimensione, che è solo propria, in cui nessuno può entrare ma che  tutti possono “ascoltare” . E non è facile,no… molte volte ci vogliono ore di lavoro per ottenere quella giusta combinazione di sentimento, sonorità, e correttezza formale che ci fa sentire “un po’ bravi” (ma solo un po’,non c’è da montarsi mica la testa !!)

Correttezza formale, parlando di sentimenti ed intimità, fa un po’ storcere il naso, è vero. Sembra messa lì a raffreddare il tutto. Però la tecnica di come comporre i suoni bisogna conoscerla, ed anche bene.

Senza la giusta tecnica sarebbe  un po ‘ come scrivere una poesia di grande respiro e sentimento, e farcirla di errori grammaticali. Farebbe inorridire chiunque! Do quindi molta importanza anche a questo aspetto.

Potrei continuare a cercare di spiegare le mie idee, i miei principi , ma penso che basti così .. Ascoltando o eseguendo ciò che scrivo potrebbe sicuramente far capire molto di più, sperando che piaccia così come è piaciuto a me crearlo.